Poesie che scendono a valle
Parto per via senz’altre speranze,
se non di cantare ciò che ho lasciato;
terrà la mia mente, ogn’or, le sembianze
d’un mondo sol mio e da me sol amato.
Mondo di vita, natura ed amore,
terra fedele di sogni e di pianti,
porto di te, con l’ebbrezza e l’ardore,
le calde carezze ed i gelidi manti.
Nasce il dolore dell’ultimo addio,
resta il sapore di abbracci perduti,
muore il domani di tanto desìo.
Io e la vita di nuovo battuti:
s’alza lo sguardo d’un sogno tardìo,
si spengono in cielo gli astri, giĂ muti.
(1965)
Triste la sera, qui in collina,
senza luci.
Solo fiammelle lontane,
che tremano al tiepido vento.
Fuggi e pensi a domani,
al verde acceso dal sole.
(1965)
I colli son tristi le sere d’aprile:
soltanto, nel buio, fiammelle lontane,
che tremano mute nel tiepido vento.
Â
Allora non puoi che pensare al domani,
a corse nel verde che, acceso dal sole,
ti presta la vita, farfalla nel cielo.
Â
(1970)
Â
Non deve sorprendere se, tornando in certi posti, capita di sentire le stesse cose e di scriverle di nuovo, cambiando qualcosina…