ARTICOLO DI FONDO

(Quarta parte: proprio in fondo)

Nel frattempo ho sentito Alessandro Milan (Radio 24 – Confindustria) anticipare una delle ipotesi che mi apprestavo a scrivere per cercare di spiegare (e spiegarmi) il motivo di fondo (proprio in fondo) per il quale siano stati scelti cotanti sottosegretari/viceministri, quindi la riporto qui come fonte autorevole, al posto della mia modestissima pensata. Richiesto in merito dalla Gruber, sempre a Otto e mezzo, sul motivo di tanto ostentata, quasi provocatoria, inadeguatezza, Milan sostiene che Mattarella e Draghi non c’entrino nulla, dovendosi essi occupare di ben altre questioni, quei miserabili li hanno scelti i partiti, quei brutti ceffi che siedono in parlamento e urlano nelle piazze, perché “Viceministri e sottosegretari non servono”. Ecco questa può essere una spiegazione: visto che non contano nulla, che fanno solo numero e che sono stati scelti solo per soddisfare gli appetititi numerici di una squallida appartenenza, che non servono a governare in quanto incapaci, beh, è inutile prendersela, non sono loro che fanno la qualità. Del resto lo abbiamo visto già per i ministri, forse anche per loro, per i ministri politici, è stata la stessa cosa: non servono, quindi perché preoccuparsi per la loro cultura e la loro incompetenza? Può essere? Può essere!

Ma le Legge cosa dice? Dei ministri si occupa la Costituzione, all’articolo 92, ove è scritto che “il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri e, su proposta di questo, i ministri”. Chiarissimo. Ciò spiega il motivo per il quale nel 1994 Scalfaro cassò Previti da ministro della Giustizia (!!!) di Berlusconi perché, al netto delle sue vicende penali e dei canti fascisti, era l’avvocato di questi. Poi Napolitano nel 2014 respinse Gratteri (qui si può solo immaginare il motivo, probabilmente era scomodo in sede di “trattativa”?), già ministro della Giustizia quando Renzi salì al Colle e più nulla quando ne discese (al suo posto, per la cronaca ed a sua insaputa, l’ex ministro Pd all’Ambiente Andrea Orlando, che adesso, guarda, troviamo al Ministero del Lavoro con Draghi, a conferma della competenza, appunto…). Lo stesso Mattarella, infine, nel 2018, respinse la proposta di nominare ministro tale prof. Savona in quanto nemico dell’euro.

Quindi i partiti né nominano né propongono i ministri, per legge, altrimenti è un atto formalmente incostituzionale, nel senso che, pur essendo giuridicamente non dimostrabile il contrario, un presidente del Consiglio o un Capo dello Stato non possono assolversi da una cattiva nomina imputandone la responsabilità ai partiti: confesserebbero un reato costituzionale.

Per quanto riguarda i sottosegretari, invece, essi non sono  menzionati nella Costituzione, ma solo regolati da una vecchia legge del 1888. In ogni caso la carica è stata conferita in tutti i governi repubblicani in un  crescendo numerico imbarazzante.

Ma anche qui la legge dice chiaramente che “I sottosegretari di Stato sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, di concerto con il ministro che il sottosegretario è chiamato a coadiuvare, sentito il Consiglio dei ministri. Prima di assumere le funzioni prestano giuramento nelle mani del Presidente del Consiglio”. Chiaro? Altro che partiti! Cari Draghi e Mattarella! A loro dobbiamo chiedere il perché dello scandalo dell’evidente incompetenza e del provocatorio d’interessi. Per esempio dovremmo chiedere loro come mai (qualche nome pescato nella memoria):

  1. Sisto, avvocato di Berlusconi sia alla Giustizia (D’Addario-Tarantini, Ruby-Mubarak, emendamento legge Severino sulla concussione per induzione, di cui Berlusconi era accusato).
  2. Moles, in rappresentanza del padrone del primo gruppo editoriale italiano, sia stato messo all’Editoria
  3. Bellanova, esperta bracciante agricola si occupi ora di trasporti (trattori?)
  4. Pucciarelli, favorevole ai forni per i migranti, sia stato posto alla Difesa (dai migranti?)
  5. Lucia Borgonzoni, e questa è forte, sia stata domiciliata alla Cultura: la fenomena, trombata in Emilia per manifesta insussistenza, vanta nel suo curriculum una performance invidiabile consistente (e se ne vanta) di “non leggere un libro da tre anni”. Non contenta di ciò ed interrogata sui confini della regione che Salvini aveva delegato a governare, ha posto l’Emilia-Romagna ai confini col Trentino – Alto Adige e l’Umbria, forse dimenticandosi della Calabria. Purtroppo non si troverà come superiore diretto la già nota Gelmineutrini.
  6. Tale leghista Sasso sia stato costretto all’Istruzione, visto che ha pensato bene di autocelebrarsi citando Topolino credendo fosse Dante (o viceversa?)
  7. Poi la Bergamini…

Ma non sono bravo a raccontare barzellette, specie se lunghe, e quindi l’Articolo di fondo finisce qui e con esso la trattazione della stretta attualità politica. Non prima, però di avervi annotato le ultime osservazioni:

  1. Renzi sosteneva che Conte e Di Maio erano svergognati che trattavano con Haftar la liberazione dei pescatori, con grande eco sui giornali. Adesso che il mondo accusa Bin Salman della macellazione di Khashoggi e Renzi di averne accettato il premio di 80 mila dollari per decretare, da fiorentino esperto in materia, il Rinascimento del Golfo dai giornali solo una tiepida vocina.
  2. La sinistra accusava Salvini di tutto e del contrario di tutto, in quanto Salvini diceva il contrario di tutto e tutto e adesso condividono con il c. v. tutto, il contrario di tutto ed il contrario del contrario di tutto il contrario.
  3. Conte era un dittatore che abusava nottetempo dei famigerati DPCM alla stregua di un golpista sudamericano sostenuto dalla CIA negli anni Settanta, mentre adesso Draghi usa gli stessi DPCM con tanto di inasprimento delle misure e segando improvvisamente e motu proprio il capo della Protezione Civile: che sia il famoso e tanto auspicato “cambio di passo”?
  4. Mancano notizie dei pentastellati che avrebbero dovuto opporsi al siluramento dello scomodo Bonafede alla Giustizia, per non farlo coesistere con il già citato Sisto.
  5. Riscontro di coerenza solo in: dissidenti cinquestelle, Meloni, Fratoianni. Poco.
  6. Occorrerebbero spiegazioni dai sedicenti giornalisti che hanno recentemente detto di Conte:
    • Si candida al Senato alle suppletive di Sassari (Repubblica)
    • Vuole un ministero per restare in gioco (Giornale)
    • Draghi lo nomina commissario europeo (Repubblica)
    • Draghi lo nomina ministro degli Esteri (non ricordo chi)
    • Punta alla Nato (Libero)
    • Cerca protezioni con Casalino per sopravvivere alla caduta (Domani)  
    • Potrebbe correre a sindaco di Roma (Repubblica)
    • Mendica poltrone: ministro o sindaco di Roma (Giornale)
    • Cerca poltrone ma perde pure la cattedra (Giornale)
    • Farà le suppletive di Siena per entrare alla Camera (Corriere)

E mi fermo qui perché non è che leggo tutti i giornali.

Pensare che era solo una persona seria. Non sapevo chi fosse, ma ne ho apprezzato la gestione del momento più difficile per l’Italia dal 1945, dopo che lo avevo sdoganato dall’indifferenza per la lectio magistralis riservata al re-duce del Papeete, per collocarlo nel Mondo dei Giusti.