AlbertoSchiavi

La storia dell’Aldini è lunga e tormentata, fatta di difficoltà, fusioni, aggregazioni e tanto altro. Lo si apprende dalla pagina del sito ad essa dedicata (vedere link indicato sopra), ove, attraverso vecchie testimonianze, emergono alcune tappe di una società che, nonostante tutto, ha portato il suo nome e i suoi colori sino ai giorni nostri, grazie alla tenacia di appassionati dirigenti ed alla voglia di intere generazioni di ragazzi di giocare a calcio sui campi del quartiere di Quarto Oggiaro-Vialba.
L’Aldini nacque nel 1930 per opera del suo primo presidente, Angelo Casati. È una di quelle società che prendono il nome dalla via dove tutto ha inizio e dove abitava la maggior parte dei suoi dirigenti, dei suoi giocatori e dei suoi sostenitori: in più, caso credo unico, in quella stessa via aveva anche il campo.
Il regime molto presto le impedì di proseguire l’attività, con tanto di requisizione del novello campo sito in via Aldini 2, con orientamento originale ovest-est. Le modalità precise con le quali avvenne il sopruso non sono note, ma i casi simili furono molti: in alcuni casi in quanto i dirigenti non simpatizzavano per la dittatura, in altri perché si opposero alla fascistizzazione della società in uno dei gruppi sportivi istituzionali (Gruppi Rionali Fascisti – Gioventù Italiana del Littorio – Fasci Giovanili di Combattimento).
Dopo la guerra, a seguito di fusione tra la Novelli e la Conquista, l’Aldini rinacque con ben 200 soci e una squadra di prima categoria. 
L’ingresso nel settore giovanile avvenne nel 1954 e portò negli anni a conquistare diversi titoli nazionale di categoria.