Si parva licet componere magnis
NOTE
Campo storico in quanto attivo in piena epoca pionieristica, presto finito in pasto all’urbanizzazione. Confinava con l’angolo del Brefotrofio.
Struttura localizzata con buona precisione.
Non è disponibile un indirizzo preciso e certo dell’epoca in cui fu attivo. Oggi risulterebbe collocato tra via M.Melloni e via Compagnoni.
Riconoscimento robusto consentito dai confronti tra le immagini disponibili.
(anche di gioco) e contesto urbano coevo ed odierno.
Abbandonato nel 1911, il terreno fu presto edificato.
CI HANNO GIOCATO
ANNO | SQUADRA | LIVELLO |
1903 | MILAN | 1 |
1904 | MILAN | 1 |
1905 | MILAN | 1 |
1910 | AUSONIA FC | 1 |
I campi Acquabella e Monforte (poi di via Bronzetti) erano molto vicini tra loro ed accomunati dall’orientamento che, come si vede in questa mappa del 1910, non risulta in asse con l’allineamento nord-sud previsto per le strade della zona. I due campi poggiavano infatti uno dei loro due lati maggiori contro il rilievo della massicciata dell’ex Ferrovia Ferdinandea (linea gialla) del 1846 e caduta in disuso prima del 1870.
Acquabella è stato il nome di un fontanile e di un gruppo di cascine, in parte esistente ancora fino negli anni Cinquanta, situate a est dell’attuale piazzale Susa e di cui si ha notizia già a partire dal Cinquecento. Durante gli scavi per il passante vi è stato inoltre scoperto un preesistente villaggio neolitico, sorto in quel luogo probabilmente perché esso era ricco di acque pure e limpide, anche grazie ad una depressione del terreno che obbligava l’acqua a tre salti prima di giungere in piazzale Susa.
Acquabella è anche un nome entrato nella storia ferroviaria milanese per via della presenza, appena ad est delle cascine, dell’omonimo ed importante bivio ferroviario, resosi necessario all’entrata in funzione (1864?) della vecchia Stazione Centrale, situata in corrispondenza dell’attuale piazza della Repubblica, e della successiva chiusura della stazione di Porta Tosa, già terminale delle linee per Piacenza (1861) e per Pavia (1862).
Il bivio separava la linea per Treviglio da quella per Rogoredo e fu chiuso nel 1926, lasciando traccia di sé in qualche moncone di infrastruttura, ma soprattutto nel tracciato raccordato, costituito dalle vie Sidoli, Dell’Ongaro e Battistotti Sassi.
Questa fotografia è perfetta per il riconoscimento e la verifica dell’esatta ubicazione del campo Acquabella. La partita è un Milan-Genoa tra il 1905 e 1906. I palazzi sullo sfondo erano sicuramente quelli di piazza Dateo, quello a destra tuttora esistente e riconoscibile per il numero di piani, di finestre e per i fregi architettonici superiori (#4). Quello di sinistra è stato abbattuto, ma nella cartolina dell’immagine #3, di inizio secolo, è ben presente e riconoscibile per gli stessi elementi. Evidente la massicciata a mo’ di tribuna, che si interrompe prima della fine del lato del campo, come fotografato nell’immagine #2. (Magliarossonera.it)
In questa foto aerea attorno al 1920, quando già il campo dell’Acquabella non era più utilizzato, si vedono molto bene il bivio ferroviario dell’Acquabella e i resti della massicciata, che non costeggia tutto il prato, ma si interrompe ad un certo punto, ove termina la riga gialla (che indica l’ubicazione della ex ferrovia, corrispondente alla prosecuzione dell’attuale via Archimede). (Urbanfile.org)
Nella foto di inizio 900, di fronte vi è il palazzo sparito di piazza Dateo e sulla destra quello ancora esistente. Il tram al capolinea che si vede portava gli spettatori al campo. (Urbanfile.org)
Il palazzo oggi ancora esistente, al centro nella #1. (Googlo Earth)
La Cascina Acquabella I posta di fronte al lato nord del campo,oltre la massicciata. (Lombardia Beni Culturali)
Nel grezzo fotomontaggiola qui sopra, la Cascina Acquabella, demolita agli inizi degli anni Sessanta, è inserita nel contesto odierno e ad inizio secolo scorso era proprio davanti al campo. (Google Earth)
In questa mappa del 1865 si vedono: la Cascina ed il bivio dell’Acquabella, e la Stazione di Porta Tosa (Vittoria) con il tracciato ferroviario rettilineo inclinato verso l’Ortica. Per puro esercizio è possibile collocare il campo in questo contesto precedente, anche grazie ai riferimenti con la Cascina Prestino.. (Mappa da Stagniweb)
Il campo collocato con precisione in una mappa, coeva, del 1906. (Stagniweb)
Il tracciamento dall’edificio di piazza Dateo consente la ragionevole ubicazione del campo in contesto odierno. Il punto rosso indica la probabile posizione del fotografo nella foto #1. La linea gialla indica il tracciato del rilevato ferroviario in prosecuzione del tracciato “obliquo” della via Archimede. (Google Earth)
Alle ore 20:47 del 20 febbraio 1908 il treno omnibus n. 2577 esercito dalle Ferrovie dello Stato e in servizio dalla stazione Centrale alla stazione di Bergamo via Treviglio lasciò Milano in orario con segnale di “via libera” e, superato il cavalcavia che attraversava l’attuale corso Buenos Aires e procedendo a velocità ridotta per via di alcuni lavori sulla massicciata e per una fitta nebbia che gravava sulla zona, giunse al bivio Acquabella, dove la strada ferrata si divideva nelle direzioni di Bergamo e di Roma. Trovato il segnale di “via chiusa” al blocco n. 3 dell’Acquabella, il macchinista arrestò il treno in attesa di ricevere via libera. Va osservato che il segnale di “via chiusa” non rientrava nelle normali aspettative del macchinista del treno, dato che il “via libera” ricevuto a Milano Centrale era solitamente segno che sia il blocco n. 2 che il blocco n. 3 del bivio Acquabella fossero aperti con “via libera”. Il macchinista attese il via libera ma, visto che il segnale tardava, egli scese dal convoglio e si diresse verso la postazione del blocchista per chiedere spiegazioni: il blocchista, saputo che il treno era fermo, si affrettò ad assicurare che avrebbe dato via libera a breve, cosa che fece mentre il macchinista non era ancora tornato a bordo del treno 2577. Nel frattempo, alle ore 21:05 il direttissimo n. 25 Milano-Parma-Sarzana diretto a Roma aveva lasciato la Centrale con il segnale di via libera e si era diretto a bassa velocità verso il bivio Acquabella dove avrebbe deviato verso sud in direzione Parma; giunto in prossimità del blocco, trovò il segnale di via libera che nel frattempo era stato azionato dal blocchista del bivio Acquabella che era stato sollecitato dal macchinista del treno ma che non aveva atteso che l’omnibus per Bergamo riprendesse la corsa: il direttissimo per Roma si trovò quindi la strada sbarrata dal treno 2577 che nella fitta nebbia non aveva potuto vedere e lo tamponò distruggendo l’ultimo vagone e danneggiando seriamente gli altri vagoni gremiti di viaggiatori. L’urto fu terribile e i due treni si ribaltarono sui binari uccidendo 7 viaggiatori e ferendone 23. Immediatamente i superstiti si riversarono, abbandonando i treni, sul terrapieno che costeggiava la ferrovia in quel punto ma dopo pochissimo il treno accelerato n. 1426 in servizio da Genova a Milano e proveniente da Voghera giunse sul secondo binario del bivio senza trovare nessun segnale di arresto e si schiantò contro la locomotiva del treno per Roma sul quale, fra gli altri, viaggiava l’allora ministro del Tesoro del Regno Paolo Carcano e alcuni senatori che uscirono però illesi dall’incidente.